Anche i gatti prima o poi esauriscono le vite

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    Anche i gatti prima o poi esauriscono le vite

    di Veronica Consonni Pasqualino



    D’Artagnan, dopo aver perso la maggior parte dei suoi uomini nell’incendio della guarnigione per mano di Grimaud, il cui unico scopo era di sbarazzarsi di loro, in particolare di Athos; il tutto a causa del suo passato, anche se in realtà la verità del perché fosse così in collera con l’ex capitano nessuno l’aveva mai capito; riuscì a ricostruirla e ad arruolare altri giovani soldati.
    Quasi nessuno di loro proveniva da famiglie ricche, non tutti apparentemente avevano l’indole da soldato, ma lui, giunto a Parigi anni prima come semplice contadino, era l’emblema che si poteva diventare un ottimo moschettiere se ci si credeva.
    Decise quindi di non dare importanza alla provenienza dei suoi ragazzi, soprattutto perché tutti loro avevano gli stessi ideali e la stessa voglia di combattere per il loro Paese, questo secondo D’Artagnan era sufficiente per essere un moschettiere.
    Sembrava tutto tranquillo, se non fosse che il giorno in cui il Generale Du Vallon, in compagnia del giovane neo moschettiere con cui era partito, tornò dal fronte, a Parigi successe qualcosa che diede uno scossone ai pensieri di tutti loro.
    Elodie tornando da una passeggiata con la figlia sembrò nervosa, Porthos e D’Artagnan preoccupati le chiesero cosa fosse capitato per sconvolgerla in quel modo.
    La giovane, non riusciva a parlare, era davvero molto agitata.
    Per fortuna dopo pochi istanti i due uomini riuscirono a calmarla dicendole che con loro accanto era al sicuro.
    Sospirò, e finalmente si decise a raccontare cosa fosse successo.
    Nel momento in cui stava per iniziare a raccontare cosa la turbasse, sulla soglia della guarnigione comparve Aramis.
    Mi è sembrato di aver visto un uomo che somigliava a Grimaud”, disse.
    I tre uomini si guardarono in viso, con un’espressione mista tra sorpresa e paura.
    Quelle parole risuonarono come un cattivo presagio; per tutta la giornata avevano avuto tutti e tre lo stesso pensiero, al quale però nessuno di loro riusciva a darsi una risposta, ma quell’affermazione diede voce ai loro dubbi.
    Sono sicuro che ti sia sbagliata, quell’uomo è morto, Athos l’ha ucciso, ho visto il suo corpo privo di vita”, disse D’Artagnan cercando di dissimulare i suoi sospetti.
    Aramis e Porthos concordarono, non poteva essere ancora vivo.
    Il capitano comunque non sottovalutava la situazione, Grimaud aveva già dimostrato di avere più vite di un gatto, avrebbe potuto essersela cavata di nuovo, non capiva come, ma sapeva che poteva essere possibile.
    Dopo quella rivelazione, e la breve conversazione che ne seguì, ognuno andò per la sua strada.
    Porthos, si ritirò nel suo alloggio con sua moglie e sua figlia.
    Aramis invece seguì D’Artagnan nell’ufficio di quest’ultimo, voleva parlare con lui.
    Tu credi che sia ancora vivo?”, domandò.
    Non so cosa pensare. Ho visto il suo corpo privo di vita quel giorno, ma non ti nascondo che il sospetto che sia andata diversamente mi è passato per la mente”. “Se così fosse, dobbiamo assolutamente fermarlo prima che si avvicini a palazzo; anzi, tu torna là. Non possiamo permetterci un attimo di distrazione, e soprattutto di lasciare la Regina e il giovane Re da soli” concluse D’Artagnan.
    Aramis non se lo fece ripetere, tornò a palazzo per assicurarsi che nessuno di estraneo si avvicinasse.
    Con lui andarono alcuni moschettieri che D’Artagnan aveva messo a sua disposizione, nonostante le guardie a palazzo non mancassero, ma più uomini c’erano meglio era.
    Il capitano rimase in ufficio a riflettere sull’ipotesi che Athos avesse fallito nuovamente.
    Non riusciva a credere che potesse essere possibile.
    Nessun uomo sarebbe potuto rimanere in vita, non uno qualunque quanto meno; ma si sa, Lucien Grimaud non era come tutti gli altri.
    Athos è uno dei migliori, non è possibile che abbia potuto fallire”. Questo pensiero continuava a martellargli in testa, ma non riusciva proprio a darsi una spiegazione.
    Eppure era certo di quello che si era trovato davanti agli occhi quando raggiunse l’amico alla fine della battaglia.
    Decise quindi di andare a Notre-Dame, voleva vederci chiaro.
    Quando raggiunse il punto in cui Grimaud era stato ucciso, o almeno così pensavano tutti, ebbe una strana sensazione.
    Stette ad ascoltare ciò che accadeva intorno a lui per qualche minuto, attento a scrutare ogni più piccolo rumore.
    A un tratto dal nulla qualcuno sbucò alle sue spalle credendo di averlo colto di sorpresa, rivolgendogli queste parole:
    Avete paura capitano?
    Quella voce … D’Artagnan non poteva sbagliare, era Grimaud, questo stava a significare che Elodie aveva ragione quando affermava di averlo visto.
    Paura? Un moschettiere non può permettersi di avere paura”.
    Disse con voce ferma e tranquilla, rimanendo immobile per alcuni istanti, guardando dritto davanti a sé.
    Fu in quel momento che il suo avversario si avventò su di lui.
    Fortunatamente fu lesto a schivarlo; ed estraendo la spada cominciò a battersi con lui.
    È strano che mi diciate che un moschettiere non può permettersi di avere paura, se non ricordo male il vostro amico Athos quando si è trattato di combattere contro di me era terrorizzato. A proposito … come sta?”, chiese Lucien, cercando di distrarlo.
    “Ognuno di noi ha i propri limiti, e ognuno vive le proprie emozioni in modo differente. Questo non significa che Athos fosse diventato improvvisamente il peggior moschettiere, era, e tuttora è, uno dei migliori”, “come sapete non è più a Parigi da tempo ormai, ma immagino stia bene, al contrario di come vi sentirete voi tra poco”, ribatté D’Artagnan.
    In quegli stessi attimi, mentre i due combattevano, in guarnigione Porthos ebbe la sensazione che qualcosa stesse avvenendo.
    Pensò di esporre i suoi sospetti al capitano, ma entrando nel suo ufficio non lo trovò, andò quindi nel suo alloggio, ma anche in quel caso non ebbe fortuna, poiché vi era solo la moglie.
    Vedendolo entrare, e fissandolo dritto negli occhi, Constance chiese cosa stesse succedendo, anche se già sapeva che non le sarebbe stata detta la verità.
    Come previsto Porthos le rispose che non c’era nulla di cui preoccuparsi, voleva solo confidarsi con l’amico riguardo alcune cose successe al fronte.
    Lei fece finta di crederci, pur sapendo che il gigante buono le stava mentendo, ormai li conosceva bene tutti e tre.
    Quando uscì dall’alloggio di Madame D’Artagnan, andò a dire a Brujon di prepararsi perché di lì a poco avrebbe dovuto seguire lui e Aramis in missione, nel frattempo lui andava ad avvisare il suo amico di quel che pensava stesse accadendo.
    Giunto a palazzo trovò Aramis già a cavallo in procinto di raggiungere lui e D’Artagnan.
    Ti devo parlare”, gli disse.
    Immagino sia per lo stesso motivo per la quale stavo per raggiungerti” aggiunse Aramis.
    Porthos lo guardò … “Temo di sì, ho la sensazione che qualcosa di poco piacevole stia capitando. Le parole di Elodie, credo abbiano fatto venire dei dubbi a D’Artagnan, poco fa sono andato sia in ufficio, sia nel suo alloggio, ma non l’ho trovato, non vorrei che sia alla cripta a Notre-Dame”, concluse.
    Ammettiamolo, non solo a lui quelle parole hanno messo dei dubbi! In ogni caso temo tu abbia ragione, credo proprio sia tornato là per cercare indizi; forza, non perdiamo tempo, raggiungiamolo”. Disse Aramis, dando voce al pensiero di entrambi.
    Porthos girò il cavallo per tornare in guarnigione e avvisare Brujon che era giunto il momento di dimostrare a tutti che la nomina se l’era guadagnata, ma non ne ebbe il tempo perché il ragazzo lo aveva seguito.
    Partirono così in direzione della Cattedrale, spronando i cavalli per fare più in fretta che potevano, non c’era davvero un minuto da perdere, se Lucien fosse stato davvero vivo, erano certi che lui e il loro capitano stessero combattendo, e pur sapendo che D’Artagnan era il migliore del reggimento non potevano lasciarlo solo, l’uomo con cui si stava battendo era pericoloso, avrebbe potuto trovarsi in difficoltà.
    Giunti a Notre-Dame corsero a perdifiato verso la cripta.
    Una volta arrivati si resero conto di non aver avuto torto, D’Artagnan era davvero in difficoltà, cosa rara per lui, ma quella volta faticava a tenere testa al suo avversario.
    Il capitano si accorse del loro arrivo, così come lo stesso Grimaud.
    Fece segno a Porthos e Aramis di non intervenire, non ancora per lo meno.
    I due, a denti stretti, obbedirono e stettero in disparte a osservare quel che capitava, pronti a intervenire se fosse stato necessario.
    In un momento in cui aveva la visuale libera, D’Artagnan vide che con i due c’era anche il giovane moschettiere, quella presenza fece comparire un sorriso sul suo volto.
    Nel combattere, il Grimaud si trovò di spalle al ragazzo, fu in quel preciso istante che D’Artagnan decise di fare la sua mossa …
    Spara!
    Quell’esclamazione spiazzò tutti, in particolare il giovane, che rimase bloccato per alcuni secondi.
    Spara ho detto, fallo ora che è girato di spalle!
    Brujon tentennò … “Non posso, e se sbaglio?
    Non succederà” gli dissero.
    Ricordati che sei un moschettiere”, insistette D’Artagnan.
    Lucien, ascoltando quel discorso sorrise: “Cosa mi dicevate poco fa?, se non sbaglio era una frase tipo questa, “I moschettieri non hanno paura, non se lo possono permettere!” Vedo che qualcuno qui non ha esattamente questa dote”.
    Non sottovalutatelo, è giovane, ma è uno dei migliori” affermò D’Artagnan.
    Sentendosi schernire, e ferito nell’orgoglio, il ragazzo si fece coraggio, prese la pistola, mirò al cuore di Grimaud e sparò; ma l’uomo con uno scatto felino riuscì a passare dietro il corpo di D’Artagnan, facendo sì che il capitano finisse per fargli da scudo.
    Il proiettile fortunatamente non si conficcò dritto nel cuore, ma gli andò molto vicino.
    Lucien lasciò la presa su D’Artagnan che rimase in piedi con gli occhi sbarrati fissando il ragazzo. Pochi secondi e si piegò sulle ginocchia; in quello stesso istante si udirono due colpi sparati all’unisono.
    Uno era partito dalla pistola di Brujon, l’altro proveniva da una pistola che non apparteneva né ad Aramis, né a Porthos.
    I due moschettieri, il giovane, così come pure il loro avversario, si chiesero chi fosse stato a sparare.
    L’unico che capì a chi appartenesse l’altra arma fu proprio D’Artagnan.
    Quell’interrogativo non ebbe importanza perché poco dopo Grimaud cadde a terra, e questa volta davvero privo di vita, colpito al cuore da entrambi i colpi.
    D’Artagnan volse lo sguardo verso di lui pensando: “Anche i gatti prima o poi esauriscono le vite”; poi si girò verso i suoi amici …
    Era ormai debole, il respiro si era fatto faticoso, ma non voleva arrendersi al suo destino prima di aver detto a ognuno di loro ciò che pensava.
    Raccolse le ultime forze che aveva in corpo per ringraziare i suoi compagni di mille avventure.
    Sono fiero di te”, disse rivolgendosi a Brujon; “Non ho avuto molto tempo per vederti all’opera, se non negli ultimi mesi, a causa di tutto quello che abbiamo dovuto affrontare, prima di farti diventare ufficialmente moschettiere, e della tua partenza per il fronte, ma Porthos nelle sue lettere mi ha sempre raccontato tutto nei minimi dettagli. Ti sei comportato come si addice a un vero moschettiere, soprattutto poco fa; non mi pento di reso ufficialmente uno di noi”.
    Guardò poi Aramis e Porthos: “È stato un onore combattere al vostro fianco in questi anni”.
    Per ultimo guardò davanti a sé, fissando un punto da dove s’intravedeva la figura di un uomo in penombra.
    “Sono felice che tu sia qui”; disse abbozzando un sorriso, rivolgendosi ad Athos.
    È finita!”, esclamò quest’ultimo.
    Sì, è finita”, replicò con un filo di voce D’Artagnan: “Non dovrete più preoccuparvi di lui!”
    Vi chiedo un ultimo favore, state vicini a Constance, fa la dura, ma anche lei ha i suoi punti deboli”, concluse, prima di cadere a terra esalando il suo ultimo respiro.

    Edited by Ninon de la Fère - 17/2/2019, 17:39
     
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    Sinceramente questa storia non mi ha convinta, l'idea è buona, ho capito che volevi far morire D'Artagnan come eroe... però io non avrei fatto "resuscitare" Grimaud per poi farlo morire di nuovo e non ho trovato molto senso far apparire Athos nella penombra che guarda D'Artagnan morire e dice un unica frase"è finita"; sembra quasi che la la scomparsa del amico gli sia indifferente.
    Io l'avrei fatta più drammatica la morte di D'Artagnan ma questo è solo un mio parere... complimenti comunque.

    Edited by Chiara 1984 - 13/6/2018, 09:30
     
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    Accidenti... due in un colpo solo! Sono tristissima autrice...
     
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    Alé cominciamo con il botto. La morte di D’Artagnan. :woot:
    Quindi: d’Artagnan e Brujon sparano contemporaneamente a Grimaud, ho capito bene? Perdonami ma la vecchiaia non aiuta.
    Ma daaaai! Athos è arrivato alla fine!
    Posso comunque dire, bella storia!
    Mi è piaciuta. Ampliabile secondo me.
    Complimenti autrice!
     
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    E cominciamo malissssssssssssssssimo! Già muore D'Artagnan? Che poi va beh, a dirla tutta mi spiace anche per Grimaud, secondo me quei due formano una coppia perfetta. Sì insomma, far morire personaggi un po' più antipatici, no eh?, era chiedere troppo.
    Va beh, va beh, passiamo oltre... Storia comunque non male!
     
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    La storia è molto coinvolgente, si legge volentieri anche se in alcuni punti è un po' contorta sia come forma sia come svolgimento...io, a differenza di reine, ho capito che uno sparo era di Brujon e l'altro di Athos che rimane nella penombra fino all'ultimo e io questa ricomparsa l'avrei sfruttata un po' di più rispetto ai presentimenti di Porthos...
    Comunque partenza col botto! Due morti con i fiocchi, due morti importanti! Complimenti
     
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    CITAZIONE (Francesca1988 @ 13/6/2018, 14:11) 
    La storia è molto coinvolgente, si legge volentieri anche se in alcuni punti è un po' contorta sia come forma sia come svolgimento...io, a differenza di reine, ho capito che uno sparo era di Brujon e l'altro di Athos che rimane nella penombra fino all'ultimo e io questa ricomparsa l'avrei sfruttata un po' di più rispetto ai presentimenti di Porthos...
    Comunque partenza col botto! Due morti con i fiocchi, due morti importanti! Complimenti

    Aaaahhhh vedi! Non avevo capito. Chiedo scusa. Colpa mia :)
     
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  8. Meritamon
     
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    Cominciamo bene, una mezza strage praticamente !
    Storia carina, in alcuni punti un pò difficile da seguire, ma nel complesso godibile.
    Brava autrice!
     
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    Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.

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    Innanzitutto volevo fare i complimenti per il titolo, davvero molto interessante e bello, mi è piaciuto da subito! Anche se credevo che a schiattare fosse milady, l'ho sempre vista come una sopravvissuta in più di un'occasione e con la metafora del gatto calza a pennello pure a lei secondo me!
    Ma passando alla storia, ha uno sviluppo iniziale che ti fa pensare che si parlerà della morte di Grimaud e poi man mano capisci che è d'artagnan quello a restarci secco, da qui si spiegano i presentimenti di porthos... Per farla scorrere più fluida avrei evitato di citare tutto il cast, in queste storie brevi se le comparse sono irrilevanti, meglio levarle...
    La comparsa fugace di Athos ci sta e anche il fatto se ne sta per i cavoli suoi, tanto per ribadire il concetto di quanto è scemo xD
    Ah ecco poi la perla che mi ha uccisa letteralmente
    CITAZIONE
    Il capitano rimase in ufficio a riflettere sull’ipotesi che Athos avesse fallito nuovamente.

    È un continuo accanimento verso il povero Athos della terza stagione! Quella Sylvie è stata la sua rovina ahahaha

    Un'ultima cosa: non lo trovo affatto leale a sparare dietro le spalle, quello lo fanno i codardi non i moschettieri ;)
    Storia carina! Complimenti autrice!
     
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    Ma il seguito di Constance che fa fuori Brujon per vendicare D'Artagnan quando lo scrivi autrice?
    Sempre pensato che i cadetti fossero inutili e questa storia lo conferma alla grandissima!
    In conclusione bella storia, anche se fa un po' soffrire ma immagino che questo non sarà un contest indolore.
    Mi è piaciuto che Grimaud sia improvvisamente vivo, in effetti se c'è qualcuno difficile da ammazzare è proprio lui!
     
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    Sono un po' in ritardo ma non sono riuscita a leggere prima. Nel frattempo ho letto anche i commenti e mi trovo d'accordo con Zelda sul titolo: anche io pensavo fosse Milady. E invece no.
    Comunque, la storia mi è piaciuta. Mi spiace che sia stato D'Artagnan a rimetterci le penne perché Athos è un inetto e non è stato in grado di far fuori Grimaud. Nel seguito, oltre a Brujon, Constance dovrebbe riempire di botte pure Athos (si sa mai che torni in sé).
    L'unica nota un po' più critica la devo fare al finale. Il limite di parole/battute/quellocheera sicuramente rende difficile poter dire tutto ciò che si vuole e a volte bisogna tagliare di qua o di là per starci dentro, però nel finale ci avrei messo più dramma, più sentimenti, e soprattutto un pelo in più di spazio ad Athos che in effetti dà proprio l'impressione di non fregarsene molto della morte dell'amico. Si poteva tagliare qualcosa prima (come ha suggerito Zelda, magari tagliar fuori qualche personaggio secondario) e allungare il finale, che avrebbe reso tutto un pelo più drammatico.
    A parte questo, nel complesso mi è piaciuta. Complimenti all'autrice!
     
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    Risposta dell'autrice:

    Partiamo da qui:
    CITAZIONE
    Ma il seguito di Constance che fa fuori Brujon per vendicare D'Artagnan quando lo scrivi autrice?

    CITAZIONE
    Nel seguito, oltre a Brujon, Constance dovrebbe riempire di botte pure Athos (si sa mai che torni in sé).

    Non penso scriverò mai un seguito del genere.
    Non avrebbe senso uccidere il cadetto e Athos per vendicarlo, specialmente perché è sono stati loro a uccidere Grimaud alla fine (perché non dimenticate che muore pure Grimaud), quindi, in sostanza sono gli eroi.
    Parlando di eroi; la morte di D’Artagnan io non vedo come possiate definirla morte da eroe, io la definirei morte da scemo, perché mentre la scrivevo mi è venuto in mente questo: “Bravo, urla a Brujon di sparargli alle spalle, con Grimaud che sai essere più furbo di un gatto [per rimanere in tema]”, e infatti …
    “Resuscitare” Grimaud non è stata una scelta casuale, era il mio obbiettivo fin dall’inizio, mentre la morte di D’Artagnan mi è venuta in mente in seguito. Inizialmente non era nemmeno contemplato che morisse, anzi, non doveva proprio accadere, ma poi ho pensato che sarebbe stato meglio far fuori anche lui, perché volevo un finale “col botto”.
    Il fatto che Athos si rivolga a D’Artagnan solo con un semplice “è finita”, parte dal fatto che Athos sia arrivato “tardi”, non assistendo a tutto quello che è capitato prima, e anche perché non è mai stato uno che esprime i suoi sentimenti così apertamente, è sempre stato un po’ “freddino”, ma come sappiamo ha sempre amato i suoi amici.
    E come ribadirò più avanti, anche nei film, nelle serie tv, e nei libri, ci sono eventi così rapidi, il che non significa che non si dia importanza ai personaggi o al rapporto che hanno con gli altri protagonisti della storia.
    Ma soprattutto l’ho lasciato nella penombra fino all’ultimo perché, come si legge nella storia, D’Artagnan non voleva che nessuno si intromettesse, se non in caso di necessità, e anche per il fatto che volevo dare a un altro (non a D'Artagnan) l'onere, e l'onore di far fuori definitivamente Grimaud.
    La storia non arriva nemmeno al limite di parole, e ci sarebbe potuto stare qualunque cosa, ma il rischio di andare a scadere nel banale mi ha frenata dal raccontare altro.
    CITAZIONE
    Un'ultima cosa: non lo trovo affatto leale a sparare dietro le spalle, quello lo fanno i codardi non i moschettieri

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    Questione un po’ delicata. Se penso al tuo punto di vista, ti do pienamente ragione, perché sì, non è una cosa leale da fare, ma è Grimaud, sappiamo che razza di persona sia, e in certi casi bisogna fare di necessità virtù; che sia leale o meno.
    Per ultimo lascio la questione “altri personaggi”.
    Se non li avessi inseriti la storia, a parer mio ovviamente, non avrebbe avuto un senso.
    Come già detto, capita spesso anche nei film, negli episodi delle serie, e anche nei libri che si debba avere qualche comparsa che ti aiuti a costruire la storia a cui stai lavorando.
    E spesso sono i non protagonisti della storia a rimanere impressi nella mente, o ad avere il compito più importante (non in questo caso lo ammetto, ma mi sono davvero serviti per costruire la storia, che già è corta, senza non sapevo davvero come gestirla :lol: ).
     
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  13. sweet panda
     
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    D'Artagnan e Grimaud entrambi secchi...
    :cry:
    Non ce la posso fare, no no.
    Come storia è carina, mi è piaciuta, anche se l'ho trovata un po' troppo densa di personaggi.
    Le ultime parole di D'Artgnan sono molto tenere, anche se gli altri mi sembrano piuttosto distaccati negli atteggiamenti...
     
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    non si vede bene che col cuore.L'essenziale è invisibile agli occhi

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    Bella storia, mi è piaciuta l'idea di far tornare Grimaud e il colpo di scena finale con la morte di D'Artagnan. Non che mi faccia piacere che D'Artagnan schiatti, ma la morte di Grimaud era scontata invece la sua è stata inaspettata.
    Forse lo io lo avrei fatto morire più rapidamente, ad un certo punto sembrava non morisse mai, gli hai dato tutto il tempo di salutare tutti, ma questo è solo un mio parere. Complimenti.
     
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    Inizio anche io a recuperare le storie... e parto con una doppia morte!
    Storia interessante, anche se non mi piace molto come viene descritto Athos.
    Si legge volentieri anche se in qualche punto si crea un po' di confusione.
    Brava autrice!
     
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16 replies since 13/6/2018, 08:12   314 views
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