Fatelo ora

Storia iscritta al contest "Requiem"

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    Fatelo ora
    di ReineAnne



    “Ci vediamo fra due giorni alla dimora di caccia,

    voi sapete quale”

    Queste poche righe erano accompagnate da un Non ti scordar di me.




    Quella mattina si incamminò, le strade di Parigi erano affollatissime a causa del mercato. Si era ubriacato più del solito la sera prima, aveva dormito per strada e non era ancora del tutto sobrio.
    Non riusciva a non pensare a quello che era accaduto in quella casa, qualche notte prima. Lei era ancora viva, non credeva….
    pensava fosse un incubo..
    non sapeva..
    ma com’era possibile?

    Sua moglie in piedi su quel carro, con le mani legate dietro la schiena. Lui la guardava, c’era, era lì.
    L’aveva vista con la corda attorno al collo.
    Perché Remy non aveva portato a termine il suo compito?

    Era convinto che la sua anima fosse morta con lei, quel giorno. Cinque anni erano passati e all’improvviso tutto era riaffiorato.
    Come avrebbe fatto ora a ricominciare da capo?
    Doveva punirla?
    Lei aveva ucciso suo fratello.
    Avrebbe dovuto rivivere tutto un’altra volta?
    Le domande lo sfinivano, lo divoravano senza lasciargli respiro. Camminava trascinandosi.

    Ora questo biglietto. Perché?

    Era vissuto in un’illusione? Le lacrime amare salivano senza chiedere il permesso, non c’era giustizia in quella sofferenza. Aveva condannato a morte la donna che amava. Lui credeva fosse sotto terra ed invece era lì mentre la casa andava in fiamme. Lo guardava con una torcia infuocata in mano, pronta a bruciare il passato, a fare cenere di tutto quello che c’era stato fra di loro.

    Odiava se stesso perché in cuor suo sapeva la verità ed era insopportabile. Anne aveva ragione, forse sotto quel portico, davanti ai moschettieri e a Constance, avrebbe dovuto inginocchiarsi lui e non lei.

    L ’unico momento in cui la sua coscienza taceva, era quando si ubriacava fino a non capire nulla, si rendeva conto che non era abbastanza anche se era la condanna che lui aveva scelto per se stesso.

    L’amava ancora, l’aveva capito quando lei gli aveva detto: “Ora uccidetemi e cercate di fare meglio dell’ultima volta” strappandosi il collarino.

    Rise triste, occhi a terra. Ucciderla? Mai!
    Non ne aveva il coraggio. L’aveva mandata via dicendole di andare in Spagna o in Inghilterra. Il viso di sua moglie gli suscitava emozioni incontrollate che non poteva permettersi.

    ******************************************************************************************************************

    Era disperata, avrebbe ucciso tutti.

    Athos non le aveva lasciato nulla. Voleva, con tutta se stessa vendetta, per essere stata maltrattata, usata, bandita da quell’uomo. Lui le aveva portato via la vita che voleva.

    Perché non era morto nell’incendio a Pinon? Maledetto D’Artagnan, se non fosse mai arrivato!

    Athos, senza il quale il mondo non avrebbe avuto senso…proprio lui…. aveva deciso di condannarla a morte per impiccagione. Suo fratello Thomas era un vigliacco ma sembrava non importare al conte De La Fére.

    Vendetta, odio, disperazione, frustrazione, tutto si mescolava. Voleva ucciderlo mentre tutto bruciava a Pinon, poi il medaglione…. non si aspettava ancora quel fiore.

    Lei lo aveva colpito in mezzo alle fiamme, mettendoci tutta la forza del suo odio per lui e mentre Athos, indifeso, le chiedeva di ucciderlo, lei scopriva che la sua mano esitava …era bastato un attimo. Nulla era più come un secondo prima.....prima di aver visto il Non ti scordar di me.

    La voce di D’Artagnan era già nella casa però e lo chiamava. Lei doveva andarsene velocemente.

    Anne, ora per tutti Milady De Winter, ripensava ad Athos. Il fiore azzurro, pegno di un amore che riteneva perduto, era lì, al collo di lui. Non l’aveva uccisa quando si era presentata l’occasione, al contrario, l’aveva lasciata andare, intimandole di fuggire in un altro Paese. Evidentemente lei si sbagliava.

    La certezza nasceva dentro al cuore della donna, dunque non poteva finire così, non poteva lasciare Parigi. Lo aveva guardato negli occhi mentre lui si preparava a giustiziarla davanti ai suoi amici. Quegli occhi così chiari e così tristi la volevano ancora. Lui l’aveva stretta fra le braccia, mentre le ordinava di andarsene. Era stato solo un momento ma…. mentre la stringeva forte, un brivido che non lasciava spazio a dubbi le aveva percorso la schiena. Sorrise a se stessa compiaciuta.

    Ma lei lo odiava.
    Troppa la sofferenza provata, troppe umiliazioni, troppo il dolore.

    Con la mente fissa su quei pensieri lo attendeva. Sapeva che sarebbe venuto. La dimora di caccia dove si incontravano prima di sposarsi era il luogo perfetto. I ricordi di quel posto le deliziavano la mente.

    *************************************************************************************************************

    Arrivato solo, il moschettiere scese da cavallo, si fermò un attimo a guardare la casa. Stava cadendo a pezzi. Nessuno si era più occupato di quel posto, i vetri delle finestre del secondo piano erano rotti, le piante rampicanti ricoprivano i muri fino al tetto. Il camino era caduto e tutto intorno alla casa, le erbacce la facevano da padrone.

    Respirò a pieni polmoni e ripensò ai momenti rubati li dentro, al profumo di lei, alla voglia che ogni volta lo percorreva dalla testa ai piedi. Quanto desiderio in quei pomeriggi.

    Entrò, c’era polvere dappertutto, il tavolo e il pavimento non erano puliti, il camino era pieno di pezzi di legna bruciacchiata. Ragnatele pendevano dagli angoli del soffitto e dalle finestre entrava poca luce a causa dello sporco.

    Anne era lì, in piedi, vicino al tavolo, girata di schiena. I capelli, ricci, scuri, raccolti, la camicia bianca, il bustino nero, la piega del collo perfetta. Athos continuò a guardarla andandole vicino. Le mise una mano sulla spalla e lei si voltò con un fiore in mano, gli sorrise maliziosamente, come un tempo. Tutti quegli anni sembravano essere spariti, come se niente fosse successo.

    “Cosa volete? Perché mi cercate?” disse Athos avvicinandosi a lei confuso.

    “Non è tutto risolto fra noi.” continuò a guardarlo intensamente.

    “Non si risolverà mai, dovete solo andarvene e lasciarmi stare.” Lo sguardo di lui si fece duro.

    “I vostri occhi vi tradiscono” lei si avvicinò sussurrando: “Ditemi che non mi amate più.”

    Il moschettiere era ipnotizzato, non riusciva a pronunciare parola.

    “Non siete riuscito a guardarmi fino alla fine quando mi avete fatto mettere una corda intorno al collo, né mi avete uccisa quando avevate la possibilità davanti ai vostri amici. Perché?”

    “Ve l’ho detto, andatevene il più lontano possibile da qui.” lui si allontanò, non sapeva cosa stava provando.

    “Voi mi amate ancora, che Dio mi perdoni, io lo leggo nei vostri occhi!” gli urlò.

    Athos non sapeva cosa dire, si allontanò di scatto, continuava a fissarla provando contemporaneamente la voglia di stringerla, baciarla e ucciderla. Mise una mano sull’elsa della spada.

    D’improvviso, con un passo di Anne furono di nuovo vicini, occhi negli occhi, la donna lo accarezzò, gli passò una mano sui capelli, arrivò sulle guance. Il moschettiere chiuse gli occhi godendo di quel tocco. Anne continuò a fissarlo, lo baciò, Athos ricambiò con una passione che non sapeva di avere ancora.

    Poi, mentre erano stretti l’uno nell’altra, lei si sfilò il pugnale e appoggiò la punta dell’arma al petto di lui. Si allontanò lentamente, uno sguardo pieno di odio parve trapassarlo.

    “Fatelo Anne.” senza alcuna sorpresa nella voce, sorridendo amaramente. Chiuse gli occhi. “Fatelo ora e non lasciate il lavoro a metà come ho fatto io.”

    “Mi avete distrutto la vita, Athos.”

    “Andiamo, fatelo, io lo voglio più di voi!” sibilò.

    Lei premette leggermente il pugnale sul cuore di lui. Non capiva il senso di quella frase.

    “Perché vi fermate?!” l’ uomo stava urlando ad occhi chiusi.

    “Perché io vi odio Athos” le labbra livide. “Non meritate altro che di morire.” Urlò.

    “Allora avanti! Una volte per tutte!! Finite questa agonia! Adesso!” urlò più forte di lei.

    “Voi non volete morire!” disse Anne con un accenno di frustrazione nella voce.

    “E voi non volete uccidermi. Cosa aspettate? Fatelo!” sibilò il moschettiere.

    Mise la sua mano sulla mano di lei con cui teneva l’arma e la strinse.

    Lei spinse il pugnale, con tutta la sua forza mentre abbassava le palpebre. L’arma non incontrò ostacoli, Erano di nuovo più vicini che mai. Athos non si mosse, spalancò gli occhi, la donna si staccò lentamente e, lo baciò. “Athos….”.

    Le ginocchia del moschettiere cedettero.
    Sentì il corpo dell’uomo accasciarsi su di lei, lo abbracciò, lo accompagnò a terra cadendogli accanto, in ginocchio. Gli tenne il capo. Lui non smise mai di guardarla, le appoggiò un mano sulla guancia come per accarezzarla: “Ti amo Anne” giro la testa verso il petto di lei, spirò.

    L’odio si sciolse nel cuore della donna, una tristezza infinita la pervase. Si sentì terribilmente sola. L’amore della sua vita stava morendo. Pianse e si accorse che non voleva lasciarlo andare. Dove sarebbe andata ora, senza di lui? Che senso aveva tutto?

    Alzò gli occhi sulla finestra e fissò lo sguardo sulla poca luce che entrava.
    Un pensiero le attraversò la mente, una strana luce le passò negli occhi, sorrise come per arrendersi all’evidenza dei fatti.

    Si accorse che stava ancora tenendo stretto Athos.
    Era possibile amare così tanto un uomo, nonostante tutto?

    Avvicinò il suo viso all’orecchio del moschettiere, sussurrò: “Amore mio, io verrò con te. Ora non ci sarà più nessuno a dividerci.”

    Appoggiò delicatamente la testa del moschettiere a terra.
    Prese il pugnale.
    Lo puntò sul suo petto.
    Espirò profondamente.
    Affondò.
    Si accasciò sull’uomo.

    “Ricordi Athos? Nessuno di noi due avrà pace finché non saremo entrambi sottoterra”.

    Il medaglione cadde sul pavimento, si aprì.

    Una rivolo rosso colorò l’azzurro del Non ti scordar di me.

    Edited by Ninon de la Fère - 17/2/2019, 17:41
     
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    All'inizio della storia non riuscivo a capire dove volessi parare e poi colpo di scena!
    Athos muore e Milady con lui, storia carina anche se non mi ha coinvolta particolarmente.
    Però buona l'idea che hai avuto: se Athos muore, Milady non può vivere senza di lui.
    Complimenti.
     
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  3. Meritamon
     
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    Storia ben scritta autrice, ma personalmente non credo proprio che Milady seguirebbe Athos nella morte: lei vuole vendetta, morire la priverebbe del piacere di averla ottenuta.
    Detto ciò, hai reso bene l'amore/odio che pervade entrambi e caratterizza la loro unione.
    Complimenti autrice.
     
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    L'idea di base è buona. Tra Athos e Milady non sarebbe mai finita, e non lo è stata nemmeno alla fine, mentre Milady lo uccideva e poi si toglieva la vita.
    Ci sono alcuni errori di battitura qua e là, che però non pesano sul risultato della storia.
    Sfortunatamente però non mi ha emozionata, l'ho trovata un po' "macchinosa".
     
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    Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.

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    Altra doppia morte! Me lo sentivo che qui c'era milady, infatti quel "fatelo ora" credevo lo dicesse lei ad Athos e non il contrario, infatti ci sono rimasta male che a completare sia stata lei e non lui...
    Detto ciò l'ho trovata ben scritta, mi è piaciuta però non tantissimo perché la morte alla romeo e Giulietta proprio di loro due non riesco a capacitarmene anche se ho compreso che o si va insieme o niente!
    Personalmente non ho trovato errori, solo un mancato apostrofo, ma la storia si è saputa leggere in un battito di ciglia, complimenti autrice :)
     
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    "Gli elefanti sono grigi ma non tutte le cose grigie sono elefanti."

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    Carina la storia. Athos/Milady=amore/odio. Io li adoro insieme :)
    Scritta abbastanza bene.
    Complimenti!
     
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    Oh che bella questa storia... bello che in ogni contest ci sia qualcuno che cerca di accaparrarsi i voti delle burkette con una sana milathos :lol: hai reso benissimo il loro amore/odio ed è anche abbastanza verosimile che la sete di vendetta di Milady una volta portata a termine non abbia più un obiettivo e decida di morire...complimenti autrice
     
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    Bella, molto bella! Descrizioni specifiche e precise...
    Mentre leggevo le ultime righe mi è venuto in mente che è una storia molto attuale, due persone, due compagni, due coniugi, due ex, un omicidio e un suicidio. Quante di queste realtà leggiamo?!?
     
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  9. sweet panda
     
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    Athos e Milady...
    Adoro.
    La storia è ben scritta, riuscivo ad immaginare le scene senza alcuna fatica.
    Ho praticamente esultato quando Milady l'ha ucciso prendendosi finalmente la sua vendetta.
    Il suo suicidio mi ha lasciata perplessa per qualche istante, non lo vedo molto da lei, ma col rapporto che hanno di odio/amore ci può stare di tutto.
     
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    Che bella storia. Mi è piaciuta molto, non solo per i protagonisti scelti per la storia. Mi è piaciuto il cambio di punto di vista, che passa da lui a lei e poi torna sulla conclusione. Nonostante la bellezza della storia, anche io devo concordare con le altre sul fatto che quel suicidio di Milady è un po' inverosimile per una che cercava vendetta come lei. Però è anche vero che il suo personaggio nella serie è ricco di sfaccettature e tutto può succedere quando si tratta di Milady. Complimenti autrice!
     
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    non si vede bene che col cuore.L'essenziale è invisibile agli occhi

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    Aaaaawwww!!! Una milathos di amore e morte! :wub:
    Allora autrice, sono combattuta, in generale la storia mi è piaciuta, l'idea che Milady consumata la vendetta si renda conto che la sua vita non ha più senso, mi piace tantissimo, ma, c'è un Ma, questa è la Milady della prima stagione, che francamente ricordo troppo accecata dall'odio e dalla vendetta per uccidersi subito dopo, anche se ripeto l'idea mi piace tanto, io loro due sai bene che li vedo insieme, altrimenti solo la morte per entrambi. Poi c'è un'altra cosa, non riesco a collocarla temporalmente, mi spiego: inizia con Athos qualche sera dopo l'incendio a Pinon, ha appena scoperto che Milady è ancora viva, quindi l'ho collocata subito dopo la 1x03, però poco dopo scrivi questo "Anne aveva ragione, forse sotto quel portico, davanti ai moschettieri e a Constance, avrebbe dovuto inginocchiarsi lui e non lei. " Questa è una scena della 1x10 quindi come fa Athos a ripensare a questo episodio se ancora non è accaduto? Non ha senso, ha appena scoperto che Milady non è morta da 5anni come credeva, questa cosa quando è accaduta? Forse sono io ad essere troppo pignola, ma leggere e non sapere esattamente dove collocarla mi ha lasciato un po' così.
    Comunque complimenti, mi è piaciuta molto l'idea e la scrittura, l'ho trovata molto coinvolgente.

    Edited by Miafe - 23/6/2018, 14:42
     
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    Risposta dall'autrice:

    Questa storia sarebbe collocata alla fine della prima stagione:
    1) dopo che Athos, nella casa a Pinon, scopre che sua moglie è viva
    2) dopo che Athos manda via Milady risparmiandole la vita, davanti agli altri moschettieri e a Constance.
    Ho fatto questo ragionamento: quanto tempo passa fra la 1x03 e la 1x10? Non viene mai specificato (se diversamente viene precisato, chiedo scusa, me lo sono dormito). Per cui, può essere passato un mese oppure solo qualche giorno. Per quanto riguarda la mia storia, vale la seconda ipotesi (qualche giorno). Non essendo specificato il tempo esatto nella serie, ho supposto che, tra quando Athos incontra Milady a Pinon e quando le ordina di andare in Spagna o Inghilterra, siano passati 6-7 giorni, tempo che ho indicato con “qualche notte prima a Pinon”
     
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    non si vede bene che col cuore.L'essenziale è invisibile agli occhi

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    Grazie per la risposta autrice, anche se non mi convince affatto! XD
     
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    Che anima romantica mia cara autrice...
    Sorvolando sulla coppia che proprio non mi va giù, devo ammettere che per la tipologia di storia che hai scelto tu, Athos e Milady sono perfetti.
    Ho letto tutto d'un fiato fino alla fine e mi è piaciuta davvero molto sia la storia in se che le ottime descrizioni.
    Concordo sul fatto che Milady non si sarebbe suicidata per come ce l'hanno presentata nella prima stagione ma è un personaggio dalle mille sorprese e sono convinta che, così come nella seconda stagione è cambiata (o almeno così ci voglion far credere), forse si sarebbe davvero resa conto che vivere senza Athos non sarebbe stato possibile.
    Davvero bravissima, sei riuscita a farmi piacere una milathos :P
     
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  15. Cami_89
     
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    Davvero storia che parte in sordina, e poi sbam.. colpo di scena (doppio a dire il vero)
    Storia molto romantica e tragica, degna dei grandi drammi storici. Molto bella e ben descritta.
    Piccola nota personale: direi che a momenti questa storia pare quasi un'opera teatrale, grandi sofferenze, grandi avventure e un grande dramma finale (mi sa che Puccini ti avrebbe assunta come consulente ;) )
    Complimenti.
     
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16 replies since 15/6/2018, 10:46   365 views
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