Posts written by Veronica Consonni D'Artagnan

  1. .
    https://www.whats-on-netflix.com/coming-so...ing-to-netflix/
    Stando a quanto si dice in questo articolo che elenca le prossime uscite di Netfilix, Shadow and Bone è previsto che sia rilasciato per la fine dell'anno ... Se ci dovessero essere novità vi aggiorneremo.
  2. .
    CITAZIONE
    Ggrazie Vero, per aver aggiunto Fra! <3

    Di nulla, ero già lì che bazzicavo.
    Ps: Come Fra sa, ieri sera l'Adsl mi ha mollata per svariate ore (vi giuro che volevo piangere, visto che son già due giorni che la tecnologia ce l'ha con me).
    Spero vivamente non mi abbandoni anche stasera. Hanno ripreso, dopo il LockDown i lavori sulla fibra ottica per internet e quindi mi capita che se ci lavorano (e guarda tu lo fanno sempre senza avvisare la gente) la connessione fa i capricci. Giustamente ci lavorano di sera considerando che la mia zona comprende anche la zona industriale e quindi ...
  3. .
    Fra, sei dentro.
  4. .
    Titolo: Scontri, confronti e nuove opportunità.
    Autore: Veronica Consonni D'Artagnan
    Rating: G
    Personaggi:
    Genere: Sentimentale / Introspettivo
    Ambientazione:
    Avvertimenti: fanon / SPOILER (+ episodio) / missing moment
    Lunghezza: One Shot
    Note dell'autore: Prima di tutto perdonate se come Due cuori che si apparterranno sempre, nonostante tutto non ha la formattazione ma sono settimane anzi ... MESI che ci sto lavorando e volevo liberarmene finalmente :lol:. Appena smetterò di odiarla le darò una sistemata.
    Questa è la storia a cui avevo pensato per prima per il contest "E SE", ma arrivata a un certo punto mi stava venendo da piangere e non è uno scherzo, la prima parte è andata via liscia come l'olio, la seconda non mi ha mai convinta un granché, pur avendo esattamente i concetti che volevo esprimere, ma così come l'avevo impostata non mi piaceva proprio e devo confessarvi che nemmeno ora che la sto pubblicando sono convinta al 100%, ma la consulente dice che va bene (le ho comunque dato una sistemata nel corso delle settimane).
    Spero che vi piaccia e che sia davvero riuscita a esprimere ciò che volevo dire.
    C'è inoltre un altro fatto per la quale ero frenata per il contest, ossia che non ero certa del tutto che il tema fosse centrato appieno.


    Scontri, confronti e nuove opportunità.




    Era una gelida e buia giornata d’inverno e le prime luci dell’alba stentavano ad arrivare.
    L’accampamento dei moschettieri subì un attacco a sorpresa da parte delle guardie del duca di Savoia.
    Al loro risveglio gli uomini del picchetto reale di Luigi XIII si resero conto che le loro armi erano state rubate dai loro avversari che avevano agito stando attenti a non farsi scoprire. Quando capirono che si trattava di un’imboscata tra le due fazioni iniziò uno scontro durissimo dalla quale si intuì subito che l’esercito francese non ne sarebbe uscito indenne dal momento che le unità della milizia di Vittorio Amedeo erano più del doppio rispetto a loro, questo a causa del fatto che il reggimento dei moschettieri era stato fondato da poco e nei ranghi contava non più di una ventina di elementi, tra i quali spiccavano due ragazzi che a detta di chi li conosceva erano i migliori di tutta la guarnigione … Uno di loro almeno: I loro nomi erano Aramis e Marsac.

    La truppa Savoia non riuscì a trovare le armi dei due che in tutta risposta vi si scagliarono contro cercando di salvare più uomini possibili: Tentativo purtroppo del tutto inutile in quanto due persone nulla potevano di fronte a sessanta elementi.
    Il combattimento tra gli schieramenti non durò molto: “I Savoia” dato l’imponente numero che componeva il battaglione riuscirono ad avere la meglio senza troppa fatica.

    Una volta sconfitti i moschettieri gli uomini di Vittorio si ritirarono lasciandosi dietro una scia di sangue e morte, ma decisero inspiegabilmente di far rimanere in vita i due ragazzi.

    Aramis, nonostante la battaglia fosse durata poco era sfinito.
    Si guardava attorno: I suoi compagni erano morti.
    Ferito, seppur in modo leggero, cadde in ginocchio attonito e disperato per non essere riuscito a salvarli: A pochi metri di distanza da lui Marsac, anch’egli distrutto dal fatto di essere stato impotente di fronte a tanta violenza lo guardava e per la prima volta da che si conoscevano pensava che quello che lui aveva sempre chiamato amico anzi no, FRATELLO, non fosse mai stato del tutto onesto con lui anche se non riusciva a capire i motivi di tale percezione.
    Questo pensiero, insieme a quanto accaduto pochi istanti prima, lo spinse a togliersi la divisa e gettare lontano la spada andandosene chissà dove.

    Aramis non fece nulla per fermarlo, il dolore e il senso di inutilità che provava in quel momento gli stavano dilaniando l’anima, tanto che ci vollero ore prima che riuscisse a tornare in sé.
    All’improvviso si diede uno scossone e decise di andare a cercare il suo amico e rassicurarlo sul fatto che non fosse colpa sua se era capitata quella disgrazia, non era colpa sua se gli altri avevano perso la vita.

    Camminò per ore stanco e svuotato nello spirito …
    D’un tratto riuscì a trovare il suo commilitone che se ne stava seduto in riva a un fiume con la testa tra le mani:

    “Marsac!” Urlò.

    Il giovane si voltò, aveva lo sguardo perso nel vuoto, con un filo di voce riuscì solo a pronunciare queste parole: “Sono una persona inutile, non sono degno di essere un moschettiere”.

    “Non è vero” Ribatté Aramis.
    Si avvicinò al compagno e continuò:
    “Ascoltami … In questo breve periodo nei moschettieri abbiamo dovuto affrontare battaglie dure e tu ti sei sempre dimostrato molto coraggioso e forte, in questo caso però né tu né io potevamo fare nulla, siamo stati colti alla sprovvista e le nostre armi non erano sufficienti contro un plotone di quelle dimensioni”.

    “Forse … Ma sei tu quello che si è battuto di più, io a stento sapevo cosa fare” Disse Marsac guardando fisso negli occhi l’altro, speranzoso inconsciamente, o forse no, che Aramis ammettesse di sentirsi superiore a lui, iniziando a dar voce ai suoi pensieri.

    Aramis lo fissava, avrebbe voluto dirgli che non era la quantità di tempo che contava, ma la qualità con cui uno si batteva a fare la differenza e che poteva capitare a chiunque un momento di indecisione e sconforto, specialmente trovandosi nella stessa situazione in cui si erano trovati loro, ma era consapevole che qualsiasi parola avesse potuto pronunciare in quel momento non sarebbe servita a risollevare il morale all’amico.

    “Vattene, lasciami solo.
    Io non sono più degno di far parte del reggimento ma tu almeno cerca di salvarti l’onore’ “Supplicò” Marsac.
    ‘NO!’ Gridò con rabbia Aramis.
    ‘Non rientro in città senza di te, siamo amici e gli amici non si abbandonano nei momenti di difficoltà, forza alzati, si torna a casa’.

    Accettava di non insistere nel cercare di convincerlo che non fosse responsabile di ciò che era accaduto, ma non tollerava l’idea di lasciarlo al proprio destino.

    Sul volto di Marsac comparve uno strano ghigno, simile a un’espressione sorpresa: È vero, si conoscevano da molti anni, ma questo sembrava bastare a dissipare i dubbi che aveva.
    Aramis per lui era più di un amico, almeno così credeva ... Il loro rapporto si era rafforzato nell’istante in cui, insieme, decisero di arruolarsi promettendosi di esserci sempre l’uno per l’altro e Aramis in quel momento pareva proprio stesse tenendo fede a quel patto. Improvvisamente Marsac esclamò: “Siamo davvero amici?” Quel dubbio era un tarlo dal momento che rispetto all’altro era quello che si faceva mille domande prima di agire, e il coraggio di cui Aramis aveva parlato qualche istante prima non era certo di averlo, tenendo in considerazione che ogni battaglia vinta aveva visto l’uno e non l’altro salvare la situazione.

    Aramis rimase basito: ‘Cosa ti prende? Da quando dubiti della nostra amicizia. Credi davvero che avrei potuto dirti che sei uno dei migliori se davvero non lo pensassi?’

    “Uno dei migliori”: Eccola lì la frase che Marsac attendeva.
    A quel punto non reagì bene: ‘Uno dei migliori?’ Ripeté il ragazzo.

    Aramis non sapeva più cosa fare, non aveva proprio idea del perché il compagno si comportasse in quel modo, non riusciva a comprendere da quando far parte dei moschettieri era diventata una competizione in cui bisogna dimostrare chi di loro era il miglior soldato di Francia, in fondo il loro unico compito era quello di rimanere fedeli alla Corona e di difendere il re e la regina.

    ‘Non ti ho mai voluto scavalcare, non ho mai voluto emergere più di altri, non so come ti sia venuto in mente.
    L’unica cosa che voglio ora è tornare a casa … CON TE … Perciò se vuoi credermi bene, altrimenti me ne farò una ragione, ma sappi che non ti abbandonerò qui’.

    Marsac per un attimo mise da parte i dubbi, la voglia di tornare a casa era più forte di qualsiasi pensiero.
    Allungò la mano e afferrò quella del compare che lo aiutò a rimettersi in piedi:
    ‘Tutto chiarito?’ Chiese Aramis.

    Marsac non rispose.

    Aramis non insistette, dopotutto era felice di essere riuscito a convincere l’amico a non gettare via la sua vita e a tornare a casa con lui.

    ‘Come la mettiamo con il capitano?’ Volle sapere Marsac.

    ‘Di questo non devi preoccuparti penserò a tutto io, fidati di me’.

    Raggiunsero i cavalli che fortunatamente non rimasero coinvolti nell’agguato, vi salirono e tornarono a Parigi.
    Erano stremati dalla battaglia e i loro cuori sanguinavano più delle ferite che si erano procurati lottando con gli uomini del Duca.
    Il viaggio fu lungo, nessuno dei due aveva voglia di parlare … Marsac continuava a fissare il compagno di avventura e a chiedersi se la loro amicizia fosse vera oppure c’era qualcosa sotto: Nonostante avessero discusso poco prima e avesse fatto intendere che era tutto chiarito, i dubbi in lui non svanirono.

    Arrivarono in città a metà giornata e si diressero subito in guarnigione:
    Quando vi giunsero trovarono un accigliato ma tranquillo capitano Treville che però quando li vide rimase esterrefatto dato che credeva che i suoi uomini fossero stati tutti assassinati.

    Andò loro incontro con fare preoccupato, come se fosse all’oscuro di tutto:
    ‘Aramis, Marsac … Ho saputo dell’attacco che avete subito’.
    Sempre fingendo di non sapere niente dell’accaduto chiese cosa ne fosse stato degli altri.

    I due lo guardarono e Aramis prese parola: “Purtroppo non abbiamo potuto fare molto, hanno rubato le armi degli altri che sfortunatamente sono stati uccisi, io e Marsac ci siamo salvati per pura fortuna’.

    Treville per un momento sembrò turbato: ‘Mi avevano giurato che sarebbe stata una missione semplice, che nessuno dei miei uomini ci avrebbe rimesso la vita: Non potrò mai perdonare un affronto simile’.

    Aramis notò la sua strana espressione: “Qualcosa non va?”

    Treville si ridestò, e cercando di rimanere impassibile giacché era perfettamente a conoscenza della vicenda, fatta eccezione per la carneficina che aveva visto coinvolti i suoi uomini, essendo lui stesso implicato nel piano, gli rispose che andava tutto bene anche se era ovvio che gli dispiaceva apprendere che degli innocenti erano stati trucidati.
    Mentre rispondeva a quel quesito ai suoi occhi non sfuggì l’espressione di Marsac:
    “Tutto bene?” Domandò.

    Il ragazzo con lo sguardo cercò l’aiuto del compagno in quanto non sapeva cosa rispondere dato che era palese che non stesse bene, mettendo in evidenza ancora una volta la sua insicurezza: Inutile dire che anche quel gesto non scappò all’attenzione del loro superiore.

    Ci pensò ovviamente Aramis a dare risposta, continuando a tenere fede alle promesse fatte a Marsac in precedenza:
    ‘Siamo entrambi scossi per quanto successo, abbiamo bisogno solo di un po’ di tempo ma di sicuro tra non molto staremo meglio’.

    Treville li scrutò ancora una volta poi sentenziò: “Andate a riposare, domattina ne riparleremo”.

    I due giovani andarono ognuno nel proprio alloggio, si prepararono un bagno caldo che sarebbe servito per rilassare un po’, se non le loro menti e i loro cuori, almeno i loro corpi …
    Per quella giornata non sarebbero più stati interpellati: Il capitano, seppur un soldato di vecchio stampo era affezionato a loro tanto che decise di andare lui in persona a riferire al re che per quel giorno avrebbe dovuto fare a meno dei loro servigi.

    Le ore passarono lente, e mentre in città la vita procedeva freneticamente, i due rimanevano nelle loro stanze senza vedere nessuno, non erano dell’umore giusto per scambiare due parole con chicchessia … Nemmeno il buon Serge, che portò loro qualcosa da mangiare, poté varcare la soglia e fu costretto a lasciare le pietanze fuori dalle due camere.

    A tarda sera fece il giro della guarnigione soffermandosi davanti alle loro porte sperando che avessero messo qualcosa nello stomaco: Anche lui come il capitano era molto paterno con i giovani moschettieri e si preoccupava spesso per loro, forse più di quanto facesse Treville.
    Constatato che i piatti non erano stati toccati sconsolato li raccolse e li riportò in cucina, prima di farlo però ebbe l’istinto di bussare alla porta di Aramis, ma l’inconscio gli fece ritrarre la mano.

    Era ormai l’orario di dormire, i due però faticarono a prendere sonno: Cercarono in tutti i modi di rimuovere ciò che era successo ma non furono in grado di farlo.

    La notte per Aramis passò tutto sommato tranquilla anche se non riuscì ad addormentarsi, per Marsac invece le cose risultarono più difficoltose: Seguitava a pensare che lui lì non c’entrasse nulla.

    L’indomani mattina Treville volle parlare con Aramis, continuava ad avere davanti agli occhi gli strani gesti dei suoi due soldati: Il fatto che a rispondere e riferire ciò che era successo fosse uno solo di loro non gli quadrava molto, non perché fosse strano che a rispondere fosse uno solo, ma era il modo in cui accadeva che destava sospetti, e voleva vederci chiaro.
    Mandò un messaggero di corte a chiamarlo e gli fece riferire di raggiungerlo il prima possibile.

    Quando il moschettiere arrivò, Treville gli chiese in modo schietto se secondo lui Marsac fosse degno di rimanere ai suoi ordini.

    Aramis restò di stucco di fronte a quella domanda …

    Treville, che stupido non era, capì di aver centrato il bersaglio:
    “Vi vedo sorpreso” Disse.

    Il ragazzo, che voleva davvero molto bene all’amico, entrò in panico e cominciò a sudare freddo: Non si aspettava nulla di tutto quel che stava succedendo in quell’istante, per fortuna però lo sbigottimento durò poco … Tornò in sé e rispose altrettanto fermamente:
    “Sissignore! Sono convintissimo che Marsac meriti un posto nel reggimento, se sono vivo lo devo solo al suo coraggio”.

    “Ne siete davvero sicuro?”
    Insistette Treville.

    Il giovane moschettiere fece davvero fatica a non tradirsi: “Perché non dovrei? Credetemi, Marsac è uno dei migliori uomini che potete avere al vostro servizio … Vi prego dategli un’altra possibilità, sono certo che non vi deluderà”
    Concluse.

    L’uomo lo guardò, sapeva che stava cercando di coprire il fatto che il compagno aveva gettato via la sua spada e si era tolto la divisa …
    Pur non essendo stato in quell’accampamento aveva le sue fonti:
    Decise però di non dire nulla in fondo a tutti era concessa una seconda possibilità.
    Si convinse e scelse di ascoltare il suo soldato optando per la conferma … a tempo … del ragazzo nelle fila dei moschettieri.

    Tornato in presidio Aramis incrociò Marsac che camminava nervosamente avanti e indietro per il cortile:

    “Dove sei stato?” Chiese quest’ultimo accorgendosi dello stato del compagno, il quale aveva la mente assorta nei più cupi pensieri.

    Aramis stentava a rispondere quindi Marsac continuò a incalzarlo finché non riuscì a strappargli la verità di bocca:
    “Il capitano dubita che tu sia degno di rimanere nei moschettieri”
    Ammise.

    Marsac non sembrò sorpreso e confessò che in fondo nemmeno lui ne era convinto.

    ‘Marsac’
    Sussurrò Aramis
    ‘Ho detto a Treville che sei il suo miglior uomo, ti prego non buttare via tutto quello che ho fatto per te’.

    Marsac lo guardò dritto negli occhi stupefatto:
    “Quindi mi stai dicendo che non devo rovinarti la reputazione?
    Domandò Marsac.

    “Non è ciò che ho detto”
    Rispose Aramis.

    “Mh! Strano perché davi proprio l’impressione di aver detto esattamente questo”
    Ribatté Marsac.

    “Hai frainteso”
    Replicò di nuovo Aramis.

    “Allora spiegami, perché forse c’è qualcosa che mi sfugge”
    Ultimò Marsac.

    Aramis si stizzì per l’atteggiamento del compagno: “Di nuovo con i dubbi sulla nostra amicizia? Quante volte te lo devo dire che non voglio emergere di più rispetto a te?
    Ascoltami, ma questa volta fallo davvero … Io ho fiducia nelle tue capacità, se non fosse stato così secondo te avrei fatto di tutto per convincere Treville che tu sia uno dei suoi migliori uomini? Vorrei che anche tu cominciassi a credere di più in te stesso’.

    Il pensiero che Aramis fosse davvero suo amico continuò a vacillare per svariati minuti in quanto nella mente di Marsac passarono molti ricordi: Tutte le battaglie affrontate fino a quel momento, seppur non tantissime, avevano messo in luce le qualità di uno ma sembrava sempre che lui fosse volutamente messo in ombra e quanto stava accadendo in quel momento non faceva eccezione, pareva davvero che Aramis volesse emergere più di lui anche se questi continuava a negarlo e dato che si parlava sempre e solo di quanto fosse generoso Aramis, quanto fosse valoroso, insomma il fatto che si parlasse sempre delle sue doti non poteva che essere motivo valido perché chiunque nella stessa situazione di Marsac si sentisse inferiore.

    Quel diverbio aveva scoperchiato il vaso e aveva fatto emergere finalmente le verità nascoste fino a quel momento, alla fine tutti i dubbi del giovane avevano preso vita.
    Dubbi alla quale Aramis continuava
    difficilmente di porre fine questo fino a quando per fortuna l’affetto che l’amico provava per lui riuscì a prevalere e quindi la discussione terminò con la promessa di entrambi di dirsi sempre quello che passava loro per la testa.


    Passò molto tempo da quel massacro: Nuovi ragazzi erano stati reclutati per far rinascere il reggimento dei moschettieri e avevano stretto un legame forte con i due, che con lo scorrere dei mesi sembrava fossero riusciti a superare, anche se non completamente, lo shock causatigli dai fatti accaduti quella mattina in Savoia.
    Inoltre Marsac aveva dimostrato di essere ancora uno dei migliori soldati sotto la guida di Treville, che in tutto quel tempo non aveva mai mancato di metterlo alla prova … Perché è vero che una possibilità non si nega a nessuno, ma bisogna sapersela guadagnare e lui c’era riuscito alla grande nonostante le sue mille insicurezze.
  5. .
    Come si fa a uccidere l'anima della festa?

    CITAZIONE (Francesca1988 @ 9/5/2020, 18:32) 
    Ah beh, peggio di settimana scorsa è difficile ^U^

    Difficile, ma non impossibile
  6. .
    Io potrei vendicarmi già domani con il quiz ... OCCHIO
  7. .
    Sì ma questo non giustifica il fatto che me l'hai ammazzato così.
  8. .
    Eeeeh, non so se ti perdono il fatto di aver fatto crepare D'Arty (parlo io che in più occasioni l'ho seccato XD).
  9. .
    Giusto così.
  10. .
    Io, pur essendo fan di D'Artagnan con Athos e Milady me la cavo abbastanza bene, ne ho già scritte un po' (l'ultima pubblicata ha loro come protagonisti principali (devo ancora inserirla nel mio elenco però, ma attualmente sto sistemando un'altra storia ... Oggi però appena arrivo alla fine la pubblico perché non la voglio più tra i piedi :lol:)
  11. .
    No meglio se non capita, vado in panico e "getto" via tutto se capita.
  12. .
    CITAZIONE
    Ma bellissimo che te ne vengono in mente di piú contemporaneamente!!! *__*

    Mica tanto bello, soprattutto quando ti si accavallano le idee
  13. .
    Anche io comunque sono molto su Athos e D'Artagnan con le storie anche se ho scritto qualcosa anche sugli altri.
  14. .
    Guarda, ache io ero titubante inizialmente, ma da quando ho iniziato non mi sono più fermata. I mio problema è stato ed è che da quel momento me ne vengono in mente anche più di una contemporaneamente
  15. .
    Non ricordo se è capitato a qualcuna ma ... Fino a quando non vi tocca ammazzare D'Arty andiamo d'accordo :D
7832 replies since 27/1/2015
.