Destino di un Re

Storia iscritta al contest "Requiem"

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    Destino di un Re
    di Francesca1988



    Non so che cosa significhi doversi guadagnare da vivere, c’è sempre stato qualcuno che provvedeva ai miei bisogni. Non sono nato alla Corte dei Miracoli, ma in un palazzo splendente. Per questo so che a molti suonerà strano ciò che sto per dire, ma lo dirò comunque.
    La mia vita non è stata affatto facile.
    Non ho mai potuto giocare come un bambino qualunque. Da quando ho memoria la mia vita è sempre stata carica di doveri.
    Non ho potuto scegliere neanche il matrimonio. Ho dovuto sposarmi per il bene del mio Paese. Immagino che anche per lei sia stato lo stesso.
    L’affetto materno è ben diverso da ciò che ho conosciuto.
    Ho tutto ciò che voglio ma ho visto molto più amore tra persone vestite di stracci che nel mio mondo dorato.
    Fuori dal palazzo ci sono le guardie pronte a proteggermi dalle aggressioni, ma le guardie possono proteggere il tuo corpo. Il cuore chi lo protegge?
    Sapete che cosa significa dover esiliare la propria madre? Scoprire e convincersi che colei che ti ha messo al mondo rappresenti un pericolo per la tua vita? Io lo so.
    Mio padre è morto quando avevo otto anni.
    In questo senso non posso dire che mi sia mancato dell’affetto: il Cardinale è stato molto paziente, un’ottima guida e so che tutto ciò che ha fatto, anche sbagliando, lo ha fatto per il mio bene. Anche Treville è molto simile a quello che credo sia un padre. Ma la vicinanza e la guida di un genitore sono qualcosa di insostituibile.
    Me ne rendo conto soprattutto ora che mio figlio sta per vivere lo stesso destino ancora più piccolo di quanto lo ero io.
    Tutti pensano che gli dedichi troppe attenzioni e che lo stia viziando, ma è perché desidero che ricordi il meglio di me.
    So che non dimenticherà il mio viso, noi Reali abbiamo la mania dei ritratti, ma voglio che conosca il mio spirito. Non voglio che ricordi un padre troppo indaffarato per occuparsi di lui. Voglio che ricordi il mio affetto. Voglio essere sicuro che intorno a lui rimangano solo persone fidate.
    La malattia, oltre alla paura di lasciare questo mondo e soprattutto mio figlio, ha infuso in me una consapevolezza di ciò che mi sta intorno e di quello che è stata la mia vita.
    Troppi affetti rinnegati per dare precedenza allo Stato, al dovere.
    Troppe cose trascurate.
    Troppe bugie mi sono raccontato per non soffrire.
    Quando ho scoperto di essere incurabile ho deciso che avrei messo ordine nella mia vita.
    Ho richiamato a Parigi il mio fratellastro Philippe e gli ho dato un ruolo importante. So che molti non si fidano, ma anche lui è molto malato, da molto più tempo di me e credo che prima di morire sia necessario fare qualcosa di importante, lasciare un’impronta in questo mondo. Gli ho anche riservato un posto nella tomba di famiglia, almeno riposerà con me, con nostro padre, quel padre che lui ha avuto modo di conoscere ancor meno di me e al quale non ha nemmeno potuto dare l’ultimo saluto.
    Ho convocato a Palazzo anche Gaston. Nessuno si fida di lui. Nemmeno io mi fido del tutto, ma è della famiglia e se si vuole mettere ordine nella propria vita bisogna farlo fino in fondo.

    Mettere ordine nella propria vita, anche se sembrerà un discorso egoista, a volte significa anche togliersi dei sassolini dalle scarpe.
    Per questo ultimamente sono stato molto duro con Anna.
    So che vicino alla morte come sono non dovrei, ma mortificarla mi procura una sorta di sadico piacere. Voglio che sappia che non mi fido di lei, non più.
    A modo mio l’ho amata e non posso negare che mi sia stata accanto in molti momenti difficili, ma quello che ha fatto è troppo grave.
    Anch’io l’ho tradita, ma solo per appagare i piaceri della carne, mentre lei era coinvolta anche sentimentalmente.
    So che ama quel moschettiere e voglio che sappia che lo so.
    Crede che non mi sia accorto che “mio figlio” non mi somiglia per niente?
    Ecco, a lui forse va il mio unico scrupolo. Col senno di poi, mi rendo conto di aver dato sfogo alle mie allusioni in sua presenza e dato che me ne andrò presto non dovrei influenzare negativamente il suo rapporto con la madre, ma è più forte di me. Non riesco a sopportare che il mio erede non abbia il mio stesso sangue.
    È anche per questo che ho deciso di intraprendere questo pellegrinaggio fino alla tomba di mio padre con Aramis come unica scorta.
    Voglio che anche lui sappia che io so, dato che ha avuto la sfacciataggine di tornare.
    Voglio che anche lui, come Anna, viva con questo peso sulla coscienza.
    Voglio che sappia che non lo perdonerò mai, né in questa vita né dopo.
    Voglio che sappia che la devozione che sfoggia ogni volta che poggia le sue labbra traditrici sul crocifisso che gli ha donato mia moglie non lo redimerà.

    Ora però, nonostante tutto l’odio che gli ho sputato addosso, Aramis è là a difendermi dagli assalitori che hanno circondato la cripta. Si fa scudo con la colonna davanti alla mia. Ogni colpo che spara ne stende uno. Ha una precisione infallibile. Ironia della sorte, ora mi trovo a lodare il suo tempismo e la sua ottima mira.
    Mi sono fatto lasciare una pistola. Voglio potermi difendere.
    Gli assalitori sono molti. Avevo sentito vociferare di cospiratori, ma non pensavo fossero così numerosi. La guerra contro la Spagna non ha giovato alla mia immagine. E la malattia che mi costringe spesso a letto e mi ha impedito le uscite pubbliche non ha certo aiutato la mia causa. Il popolo si è allontanato.
    Non ho potuto rendere pubblica la mia condizione. Mio figlio è solo un bambino. Devo proteggerlo. Troppa gente potrebbe approfittarne.

    Sento degli zoccoli in lontananza. Prego che non siano rinforzi avversari.
    Grazie, Dio, che hai ascoltato quella che potrebbe essere la mia ultima preghiera.
    I rinforzi sono per noi.
    Athos guida una squadra di moschettieri. Riconosco Porthos e D’Artagnan con lui. Sono piuttosto malconci, ma si buttano immediatamente nella mischia. Devo ammettere che spesso non ho saputo riconoscere il loro valore e la loro lealtà. Devo ricordarmi di ringraziarli se mai torneremo tutti vivi a Palazzo.
    Con loro c’è anche Treville. Non riesce proprio a stare lontano dall’azione. A volte penso di avergli fatto un torto a proclamarlo Primo Ministro. A vederlo di nuovo in mezzo ai suoi moschettieri con la pistola in una mano e la spada nell’altra si vede che gli manca menare le mani.

    Vedo un luccichio in fondo al viale. Senza che nessuno se ne accorga cerco di avvicinarmi con cautela, guardandomi le spalle, l’arma sempre in pugno.
    A luccicare è una piccola pistola intarsiata. Accanto a questa giace Philippe. Il colpo di avvertimento che abbiamo udito all’interno deve averlo sparato lui. Il suo ultimo gesto è stato avvisarmi del pericolo.
    Intorno a me è tutto annebbiato. Non sento i colpi della battaglia. Ci siamo solo io e Philippe. Un ultimo abbraccio glielo devo. Che riposi in pace. Gli farò avere una degna sepoltura coi funerali di Stato. L’unica consolazione è che i dolori non lo tormenteranno più come negli ultimi tempi. Sarà retorico ma: almeno ha smesso di soffrire.

    Improvvisamente uno sparo alle mie spalle. Delle gocce di sangue scendono sul corpo di Philippe. Mi porto una mano al petto. Il sangue è il mio. Faccio appena in tempo a voltarmi e a vedere un uomo infagottato nel cappuccio del mantello verde scuro che scompare dietro la chiesa. Mi accascio a terra.
    Vedo la sagoma di Athos che corre nella stessa direzione del mantello verde, ma all’angolo torna indietro. Gli è sfuggito un’altra volta.
    Sento delle braccia che mi sollevano.La voce di Treville mi chiama, è sempre più lontana, confusa. I minuti passano e sulla voce di Treville prevale quella di mio padre che si avvicina sempre di più. Lo vedo che mi viene incontro come in un sogno.
    Che gioia rivederlo. Ma questo significa che…
    Sì, sento che il momento è arrivato.
    I cospiratori sono riusciti nel loro intento.
    Quanta fretta hanno avuto. Se avessero saputo…
    Probabilmente era questione di tempo e sarebbero stati accontentati senza fare tutta questa fatica. Senza tanti spargimenti di sangue.
    Tanti sforzi per uccidere un uomo che era già morto.
    Forse avrei potuto vivere un po’ di tempo in più, ma non importa.
    Il mio ultimo pensiero va a mio figlio, spero di aver lasciato tutto in ordine per quanto riguarda la reggenza, spero di aver fatto la scelta giusta. Sono convinto che sarà guidato nel suo futuro ruolo con saggezza.
    Me ne vado con il rimpianto di non vederlo crescere. Con il rimorso di infliggergli il mio stesso destino. Ma me ne vado in pace perché oggi, più che mai, so che c’è chi si prenderà cura di lui e lo proteggerà.
    Spero che il Paese lo ami più di quanto abbia amato me. Ma forse questo dipende dalle scelte che ho fatto. Quindi auguro a mio figlio di fare scelte migliori delle mie, di essere un Re più attento alle esigenze del suo popolo. Spero, se un giorno scoprirà la verità, che sappia che l’ho amato come se fosse sangue del mio sangue.
    Io veglierò su di lui.

    Edited by Ninon de la Fère - 17/2/2019, 17:44
     
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    Complimenti autrice! una storia coinvolgente e ben scritta, i sentimenti di Luigi alcuni giorni prima di morire e alcuni istanti prima di spirare sono ben descritti.
    Penso solo che quello stupidotto avrebbe dovuto migliorare un sacco di tempo prima, ora è un pò tardi.
    Brava!!
     
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    Storia ben scritta e con il giusto mix di pathos ed emozione.
    Complimenti autrice.
     
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    Storia intrigante, hai fatto fuori Luigi prima del tempo rispetto alla serie e quello molto probabilmente gli girava nella testa in quei momenti... il classico pentimento in punto di morte con la vita che ti passa davanti...complimenti
     
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    Carina, ma non mi ha convinta del tutto. Sentimentalmente "punge" per i ricordi che ha suscitato quell'episodio, ma non più di tanto.
     
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    E sarà ed è stato un grande sovrano il figlio di Re Luigi XIII. Rimasto nella storia per tutti.
    Bellissima!
    Che dire? Scritta bene, emozionante.
    Complimenti autrice!
     
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    Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.

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    Ero sul punto di dire: wow geniale, l'autrice ci ha trollato facendoci credere che la morte era di luigi e invece era di feron... Poi ho letto il seguito e mi sono detta: ah no, era un doppio troll!
    Interessante ripercorrere in breve tutti i momenti salienti del re, ognuno dal suo punto di vista, il che lo ha reso meno scemo di quanto ce lo vogliono far sembrare in serie
    Però ammetto che in tutto sto monologo, autrice, ora me lo hai messo in antipatia soprattutto per quando pensa ad Anne e alla vendetta!
    Bellina la storia, però non la facciamo leggere a Maria che quella si aspettava che il figlio pensasse a lei in punto di morte e invece no xD
    Complimenti autrice! :D

    CITAZIONE
    Spero che il Paese lo ami più di quanto abbia amato me.

    AH. AH. AH.
     
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  9. sweet panda
     
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    Luigino de zia...
    Una storia che ho adorato e letto con impazienza, desiderosa di scoprire come finisse e molto verosimile.
    Mi sono piaciute le riflessioni del Re sulla sua vita e soprattutto sul delfino, a partire dalla far finta di non notare la somiglianza al finale in cui veglierà sempre su di lui.
    E finalmente ha capito che Treville è moschettiere e stop.
     
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    Povero re T_T
    Bella la storia, alcuni punti sono molto toccanti, altri, tipo quello in cui paragona le sue scappatelle con la storia di Anna e dice "si va bé, ma lei era legata anche sentimentalmente" come per rendere più perdonabili le sue erano da entrare nella storia e dargli due sberle XD però alla fine ci hai descritto i veri pensieri che un Luigi di quell'epoca avrebbe avuto. E poi c'è quella cosa del figlio, molto bella a mio parere, dove all'inizio dice che sa che non è suo e che non sopporta che non abbia il suo sangue e alla fine dice che lo ama come se fosse il suo stesso sangue T__T luigi cucciolino.
    Per la forma, non ho nulla da dire. E' ben scritta e risulta scorrevole e piacevole da leggere. Complimenti autrice!
     
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    non si vede bene che col cuore.L'essenziale è invisibile agli occhi

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    Bello questo monologo di Luigino in cui fa un po' il punto della situazione prima di morire, personalmente non mi ha emozionato più di tanto.
    Scritto bene, complimenti.
     
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    Bellissima questa storia introspettiva di un Luigi morente.
    Brava autrice, hai saputo emozionarmi e ho letto la storia tutta d'un fiato; l'ho trovata, oltre che toccante, anche ben scritta e scorrevole.
    Complimenti!
     
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  13. Cami_89
     
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    Bella storia. Davvero molto emozionante. MI ha presa tanto, si sentono le emozioni vivide!
    Davvero tanti complimenti autrice
     
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    Vi siete messe d'accordo tu e l'autrice di Bye? Quella che mentre muore pensa al figlio e lui che pensa alla madre! Storie speculari!
    Inizio col dire che io non mi emoziono per la prima persona nei racconti, ma è una preferenza del tutto personale.
    Detto questo è stato bello ripercorrere la vita di Luigi attraverso il suo punto di vista, alla fine la sua vita non sembra più tanto privilegiata . Interessante che anche in punto di morte non abbia perdonato Anna, ma anzi sia molto vendicativo. Unico difetto forse è troppa riflessione e poca azione, ma del resto il contest prevedeva solo di includere la morte di un personaggio nella storia e non diceva in che tipo di storia, per cui direi che non c'è nulla da aggiungere, bel lavoro autrice!
     
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    Marina Di Andora, Liguria

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    Grazie a tutte di aver letto, commentato e votato questa storia. Confesso che per metà era pronta per una pubblicazione a parte con la morte originale...poi è venuto fuori il contest e per tirare fuori qualcos'altro di banale o troppo elaborato che poi mi incasinavo ho deciso di usare questa e spostare la morte... Grazie e complimenti di nuovo a tutte! 😘
     
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14 replies since 18/6/2018, 09:00   271 views
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