Mai arrivato

Storia iscritta al contest "E se..."

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Treville Fans
    Posts
    3,719
    Location
    Paris - 1630

    Status
    Offline

    MAI ARRIVATO.


    Un uomo e suo figlio sono in viaggio verso Parigi. Vogliono chiedere udienza al Re in rappresentanza della Guascogna: le tasse li stanno massacrando e il Governatore approfitta di ogni occasione per alzare i prezzi e bruciare fattorie.
    Manca poco, ma sono in viaggio da ore, piove, la vista è difficoltosa, decidono così di fermarsi in una locanda. Non sanno quando incontreranno il prossimo riparo, ma non sanno nemmeno che quella sosta sarà la loro rovina.
    Il figlio si dirige alle stalle con un garzone per alloggiare i cavalli, mentre il padre entra per chiedere un pasto caldo e una stanza per la notte. Poco dopo entrano altri uomini. Hanno il volto coperto. Dicono di essere Moschettieri del Re.
    Dalla stalla si sentono degli spari. Il giovane accorre giusto in tempo per sentire per l’ultima volta la voce del padre.
    Si scaglia contro l’aggressore, ma quest’ultimo ha a suo vantaggio l’abilità del soldato, è veloce, lo blocca all’istante e gli punta la pistola allo stomaco.
    “Se il vostro ultimo desiderio è conoscere il nome di chi ha ucciso vostro padre, sappiate che il mio nome è Athos” l’uomo è calmo mentre parla con il ragazzo. Il giovane guascone tenta di divincolarsi e nell’aria si alza un nuovo sparo.
    Sulla camicia del ragazzo si allarga una grande macchia di sangue e pochi minuti dopo segue il padre all’altro mondo.
    Il loro viaggio per Parigi si è concluso tragicamente.

    Parigi.
    Il garzone dell’oste è giunto per chiedere udienza al Re. È rimasto nascosto ad osservare la scena e ha visto tutto.
    Gli uomini che hanno aggredito i due guasconi si sono presentati al suo padrone come Moschettieri. La guardia personale di Sua Maestà non può andare in giro a seminare il terrore con il volto coperto come dei comuni banditi e aggredire gli ospiti di una locanda mandata avanti onestamente da un poveruomo.
    No, non saprebbe identificarli. Oltre al volto coperto, la pioggia impediva di vedere chiaramente, ma ricorda che l’uomo che ha sparato al ragazzo ha detto di chiamarsi Athos.

    Alla guarnigione.
    Athos, Porthos e Aramis sono radunati alla guarnigione come ogni mattina. Sono ai piedi delle scale che portano all’ufficio del Capitano Treville.
    Aramis è appoggiato alla balaustra, il cappello che ripara gli occhi dal sole.
    Porthos è seduto sui gradini, la fedele bandana allacciata dietro la nuca.
    Entrambi ascoltano con attenzione Athos che sta dicendo loro che il Capitano li ha convocati, ma nemmeno lui ne conosce il motivo.
    I tre pensano a qualche missione importante, segreta magari. Sanno di essere i migliori e sanno che il Capitano si fida di loro anche per cose della massima importanza.
    Quando Treville entra nel cortile, però, la sorpresa è amara.
    È accompagnato da due Guardie Rosse. Sono lì per arrestare Athos, accusato dell’aggressione e dell’uccisione di due guasconi in una locanda poco fuori Parigi.
    Porthos e Aramis cercano di intervenire, ma vengono bloccati da Treville.
    “Ho promesso al Cardinale che nessuno di voi avrebbe causato problemi, se volete aiutare Athos andate a quella locanda e cercate delle prove che possano aiutare a scagionarlo”. Così dicendo porge loro un bigliettino sul quale c’è appuntato un indirizzo. L’indirizzo della locanda. Il Capitano ha avuto la prontezza di annotarlo durante il colloquio tra il garzone e il Re.
    Porthos e Aramis calcano il cappello in testa, montano a cavallo e partono.
    Alla locanda.
    Giungono sul luogo indicato dal Capitano. Interrogano l’oste che non fa altro che ripetere le stesse parole riferite dal garzone.
    Nella stalla, in attesa di qualcuno che venga a prelevarli per portarli all’obitorio, giacciono padre e figlio.
    Aramis e Porthos frugano nelle loro tasche. Trovano la petizione da presentare al Re in nome della Guascogna e i loro documenti. Charles e Jean-Charles D’Artagnan.
    Nel punto in cui sono stati uccisi, la pioggia non è riuscita a lavare completamente le chiazze di sangue dal terreno. Poco lontano, a terra, una moneta spagnola che potrebbe essere caduta a chiunque. Nessuna prova tangibile che scagioni il loro amico.

    Athos
    Al loro ritorno a Parigi, Porthos e Aramis non possono far altro che apprendere quale sia la condanna emessa per il loro amico. Morte per fucilazione. Con enorme soddisfazione del Cardinale.
    Il corpo dei Moschettieri perde un prezzo importante.
    Aramis e Porthos restano soli.

    Aramis.
    Qualche tempo dopo, mentre i due sono nella scorta del Re in attesa che arrivi il Duca di Savoia, uno sparo rompe il silenzio. I due si fiondano a perlustrare i giardini.
    Aramis scova Marsac, un suo vecchio commilitone che gli ha salvato la vita durante un’imboscata avvenuta proprio in Savoia nel mezzo di quella che non doveva essere altro che un’esercitazione.
    Marsac è un disertore, ma non ha mai dimenticato i suoi compagni Moschettieri morti in maniera così atroce in quella notte terribile.
    È convinto che ci fosse qualcosa di più grande di loro. È convinto che il Duca di Savoia sia l’artefice di quell’attacco nel cuore della notte, ma è altrettanto convinto che non possa aver agito da solo. Chi altri sapeva che erano lì? Il Cardinale e Treville sapevano. Li hanno mandati a morire come dei vitelli al macello.
    Aramis ha bisogno di chiarimenti, trova un nascondiglio per Marsac e si reca nell’ufficio del Capitano.
    Treville, incalzato da Aramis confessa. Tenta di spiegare che ha dovuto farlo per proteggere la sorella del Re, moglie del Duca e spia della Francia.
    Aramis sa che il Capitano è un brav’uomo, che ha solo eseguito degli ordini, ma le parole di Marsac hanno fatto breccia.
    Il Capitano dovrebbe essere il primo a rispettare il motto dei Moschettieri e invece li ha traditi.
    Si leva lo spallaccio, lo getta sulla scrivania del Capitano ed esce sbattendo la porta.
    Con quella porta Aramis chiude un capitolo della sua vita.
    Raggiunge Marsac al nascondiglio e insieme si danno alla macchia. Vivono nei boschi derubando le carrozze dei nobili, consumano ciò che gli serve il resto lo lasciano ai conventi perché aiutino la povera gente.
    Non torneranno più a Parigi.
    Aramis non vedrà più né Treville, né l’amico fraterno Porthos.

    Porthos.
    Porthos non ha mai saputo perché non ha più visto Aramis dopo quel giorno. Treville non ha mai avuto il coraggio di dirgli la verità. Pur non trovando più compagni d’armi ideali, Porthos rimane con i Moschettieri. Dopotutto sono la cosa più simile a una famiglia che abbia mai conosciuto.
    Quando un giorno Treville annuncia che il Re ha indetto un torneo tra Moschettieri e Guardie Rosse, Porthos non si tira indietro. C’è un unico problema: la quota d’iscrizione. Trenta livre. Come trovare tutti quei soldi?
    È in momenti come questo che gli torna in mente il suo amico. Sono le occasioni in cui si trova a pensare: “Che cosa farebbe Aramis?”
    La risposta non è difficile: Aramis sedurrebbe qualche ricca vedova, si farebbe regalare qualche ninnolo come pegno d’amore che poi rivenderebbe per avere i soldi.
    Certo quello era il terreno di Aramis. Lui ne sarebbe capace? Tanto vale provare.
    Si informa nelle varie parrocchie. Si presenta alle funzioni, ma i primi tentativi vanno a vuoto. Talvolta perché il modo in cui racconta di aver conosciuto i defunti mariti non regge, altre perché il lutto è troppo vicino per le giovani donne o perché sono troppo timorate di Dio.
    Porthos non demorde. Il torneo potrebbe essere la sua grande occasione. Non può mandarlo a monte per quisquilie come il vil denaro. Il giorno dopo c’è la funzione per il primo anniversario dalla dipartita di un certo Clerbeaux, un commerciante che pare abbia rifornito anche il Palazzo.
    Si presenta alla funzione. La vedova è in prima fila, compita nel suo abito nero che fa spiccare come luci nella notte i suoi occhi verdi.
    Al termine della liturgia l’avvicina. Lei incredibilmente gli regge il gioco.
    Si chiama Alice. Con quella funzione finisce il suo periodo di lutto, pertanto, non dovrebbe essere sconveniente invitare a cena un amico del suo defunto marito.
    Porthos accetta.
    Alice si sta cambiando d’abito e Porthos approfitta per guardarsi intorno.
    La casa è immensa. Solo con l’argenteria poggiata sui mobili dell’atrio potrebbe pagare una decina di tornei. Deve giocare bene le sue carte.
    Non è gli è nemmeno andata troppo male.
    Alice è davvero bellissima. Si presenta in sala da pranzo con un abito azzurro dalle larghe maniche che le dona decisamente molto di più dell’abito a lutto. Anche la conversazione è piacevole. Si sente subito a suo agio con lei. Non parlava con tanta complicità con qualcuno dal giorno in cui Aramis era sparito il giorno della visita del Duca di Savoia.
    Alla fine della cena lei gli fa dono di uno spegni candele.
    Porthos sa che dovrebbe prenderlo e sparire, non rivederla mai più. Le promette, invece, che tornerà a trovarla.
    Passa con Alice tutta la settimana. Si ferma anche a dormire da lei e la invita persino ad assistere al torneo, sperando di essere lui il combattente prescelto.
    Porthos non sa che Treville ha scoperto che il Cardinale ha deciso di arruolare per l’occasione un certo Labarge, un uomo crudele che dovrebbe trovarsi in prigione e che pare non si faccia scrupoli a uccidere. Per questo motivo il Capitano ha deciso che combatterà lui stesso. Non può permettersi di perdere un altro moschettiere.
    Porthos lo scoprirà il giorno del stesso del torneo e non fatica a comprendere le motivazioni che hanno spinto il Capitano Treville a immolarsi.
    Labarge combatte in modo sleale e il Capitano soccombe sotto i suoi colpi.
    Con lui, Porthos perde l’ultimo vincolo che lo teneva ancorato ai Moschettieri.
    È solo, ora. Che ragioni avrebbe di restare?
    Guarda verso gli spalti allestiti per gli spettatori. C’è un’altra persona che, come, lui è rimasta sola al mondo.
    Raggiunge Alice. È sconvolta da tutta la violenza che ha visto. Porthos la conforta. Non vedrà mai più niente del genere.
    Lui non ha più niente da fare lì.
    Ha solo il suo amore da offrirle, ma le promette che il suo cuore apparterrà a lei in eterno.
    Lei accetta e i due lasciano quel terribile spettacolo di sangue e scorrettezza.
    Due cuori soli che si sono trovati.
    Entrano nella prima cappella che incontrano sul loro cammino e chiedono di essere uniti in matrimonio.
    Finita la breve cerimonia vanno a casa di lei per fare i preparativi. Si trasferiranno in campagna.

    Le Guardie Rosse hanno vinto il torneo. Il Cardinale non ha più rivali.
    Athos e Treville sono morti, Aramis e Marsac sono i Robin Hood e Little John di Francia e Porthos e Alice hanno acquistato una modesta ma graziosa tenuta in campagna e vivono felici.
    Chissà come sarebbe stato se quel giovane Guascone fosse giunto a Parigi?
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    D'Artagnan Fans
    Posts
    8,189
    Location
    Olgiate Calco, Lombardia

    Status
    Offline
    Leggendo il titolo immaginavo già che avresti fatto fare una fine tremenda a D'Artagnan (il mio povero cuore "ringrazia").
    Ti dirò la verità, personalmente avrei cercato di scrivere una storia attorno a D'Artagnan e al padre, tralasciando quello che, perdonami ma mi è parso più un riassunto della prima stagione fino all'ottavo episodio, fatta eccezione per le sorti riservate ai protagonisti.
    Avrei puntato di più a una sorta di racconto breve inventandomi qualcosa per quanto riguarda il lasso di tempo tra la l'arrivo alla locanda e la morte dei D'Artagnan.
    La storia comunque è scritta abbastanza bene, forse lo stile è un po' macchinoso. Comunque complimenti per esserti buttata.

    Edited by Veronica Consonni D'Artagnan - 5/3/2020, 01:29
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Athos Fans
    Posts
    1,008
    Location
    Marina Di Andora, Liguria

    Status
    Offline
    W la prima stagione! :lol: solo che qua c'è tutta. L'idea è interessante, sposta un solo personaggio (e non uno qualsiasi, il protagonista) e tutte le scelte successive, anche se gli eventi che si succedono sono gli stessi, sono completamente diverse. Anche il tutti per uno diventa ognuno per se. È un vero e proprio "...e se". Forse avrei optato per una scelta di tempo meno ampia. Ma l'idea per me ci sta. Athos però ti stava proprio antipatico eh... :P
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Aramis Fans
    Posts
    6,760

    Status
    Offline
    La storia è scritta bene, ma non mi ha convinta. Non credo che se non ci fosse stato D'Artagnan i Moschettieri si sarebbero sfaldati e ognuno per la propria strada, anche perchè alla fine della stagione, si sfaldano ugualmente XD
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Treville Fans
    Posts
    3,719
    Location
    Paris - 1630

    Status
    Offline
    Si parte da un "E se" tremendo e cruciale perché accaduto all'inizio dell'avventura. Una discesa verso l'inferno che trascina con se i destini di quasi tutti i nostri moschettieri. Hai ripercorso e riscritto la trama della prima stagione cogliendo per ogni personaggio il giusto spunto.
    Devo farti i miei complimenti, autrice, perché con la tua storia hai centrato il tema alla perfezione, "mostrando" quanto le vite di tutti gli altri moschettieri sarebbero potute cambiare se D'Artagnan non fosse sopravvissuto all'attacco a cui abbiamo assistito nelle primissime scene della serie.
    Bravissima!

    PS: quanto mi è mancato leggere ancora dei nostri moschettieri...
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    "Gli elefanti sono grigi ma non tutte le cose grigie sono elefanti."

    Group
    Vice-Admin
    Posts
    3,624
    Location
    Avalon Isle

    Status
    Offline
    Noooooo ma daaai!
    Sono partita pensando, ok cambia la prima puntata e poi.... SBAAAAM! c’è tutta la prima stagione!
    Hai eliminato Treville 💔
    Leggend le tue righe ho pensato che si potrebbero ricavare 1000mila spin-off.
    Meglio la storia originale.
    Quello che hai scritto ha senso eh. Va benissimo.
    Proprio per questo sono giunta alla conclusione che i 4 moschettieri son fantastici “tutti per uno”.
    È scritta bene, a me è piaciuta.
    Bravissima!
    Uuuhhh mi son resa conto che mi è venuta tanta nostalgia 😢
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.

    Group
    D'Artagnan Fans
    Posts
    5,047

    Status
    Offline
    Diciamocelo, non esistono moschettieri senza d'artagnan e viceversa, come non può esistere don Matteo senza cecchini! Hanno preso tutti strade diverse, assistiamo alla disgregazione di quel gruppo di eroi per eccellenza che è il simbolo dell'amicizia... Una storia del tutto possibile, questa ff presenta una struttura particolare, diversa da quelle convenzionali... L'unica cosa che non ho apprezzato è l'uso del presente, ma parlo per gusto personale dato che è un tempo verbale che non si presta bene per la narrazione, mi chiedo solo se sia una scelta mirata dell'autrice o pura sperimentazione.
    Complimenti, perché sì, mi è piaciuta molto! :D
     
    Top
    .
6 replies since 4/3/2020, 21:34   109 views
  Share  
.